Frammenti di pensieri, parole e storie rubati dal cassetto della memoria che spesso, senza una vera ragione, si affacciano nella testa. Alcuni di essi hanno riferimento temporale, altri geografico o astronomico, altri ancora sono epifanie spurie che paiono, come in un intrigante gioco di specchi, (con)fondersi tra le pieghe del tempo.
La prima sensazione è quella di sfogliare il taccuino di un viaggiatore, che annota emozioni, ricordi, aspirazioni e fantasie, curandone il linguaggio, assaporando le storie con sguardo benevolo, mai giudicante.
Manuela Cesaretti non solo racconta, ma invita il lettore in un coinvolgente dialogo aperto, fatto di domande dirette e riflessioni condivise, creando un’esperienza di lettura profondamente sincera. Con lentezza e cura, ci accompagna nel suo mondo. Un mondo lento, che cerca di mantenersi intatto di fronte alla frenesia. Un mondo fatto di cose di un tempo, di vento e salsedine. Sembra ruvido, questo mondo, eppure è fragile. Sembra disincantato. E invece è coraggioso e ostinato. Sembra rassegnato. E invece è fatto di resilienza. Purissima.