Quella di cui è protagonista il piccolo villaggio polacco di Józefów nel 1942 è una delle pagine più crude della Seconda guerra mondiale. Alle prime luci dell’alba di un giorno di luglio, il Battaglione 101, reparto della polizia nazista destinato a conquistarsi nel conflitto una fama raccapricciante, si presenta alle porte della cittadina. Ha un unico, chiaro obiettivo: liberare quel luogo, primo di molti, dalla malattia che gli ebrei che vi risiedono rappresentano per il Reich. E quell’obiettivo, gli uomini del 101, uomini comuni a cui la follia della guerra ha donato un potere oscuro e scellerato, non lo mancheranno.
Come ciò sia stato possibile è un interrogativo che non smette di risuonare nelle coscienze.
Dalle prime confuse notizie di singoli episodi di discriminazione nelle lande della Polonia fino alle soglie di un abisso di distruzione, a costruire una narrazione tesa e coinvolgente sono ritratti appassionati di individui qualsiasi, ragazzi, anziani, generazioni diverse che cercano risposte impossibili per comprendere una barbarie inspiegabile, mentre un cerchio di isolamento e di brutalità si stringe su di loro.
A emergere dalle pieghe scure di un racconto emozionante sono i dilemmi più profondi sulla responsabilità di ogni uomo di fronte a scelte inimmaginabili.
L’autore non manca inoltre di confrontarsi con gli storici che hanno sviscerato la vicenda di Józefów, legando il suo destino a quella di molte altre località polacche in cui apparve quel demone mortale di ferocia indifferente che portò di lì a poco alla creazione di Auschwitz.